Zucchino

Origine e diffusione

La zucca da zucchini è una specie erbacea annuale appartenente alla famiglia delle Cucurbitacee.

Il suo portamento, a seconda delle cultivar, può essere ad alberello, cespuglioso o strisciante. Le radici possono approfondirsi fino ad un metro, ma la maggior parte dell’apparato radicale si sviluppa piuttosto in superficie, soprattutto su terreni fertili che presentano, durante il ciclo, un’umidità sempre costante.

 

Caratteristiche botaniche

Il frutto è un peponide e si consuma allo stato erbaceo. Può avere, a seconda delle cultivar, forma allungata, clavata, tondeggiante, ricurva, appiattita. Lo zucchino è una pianta monoica che presenta fiori unisessuati molto appariscenti, di colore giallo intenso che, aprendosi di mattina, vengono visitati da molti insetti. L’impollinazione avviene ad opera di questi ultimi e soprattutto da parte di api e bombi.

Le foglie sono portate da lunghi piccioli vuoti all’interno; in particolare sulla pagina inferiore e sul picciolo, esse presentano numerosi peli rigidi.

Nelle aree orticole meridionali la coltivazione dello zucchino riveste una discreta importanza dal momento che, in queste zone, la pianta trova le condizioni climatiche ideali per dare produzioni qualitativamente ed economicamente interessanti, sia in estese coltivazioni di pien'aria, sia in orti a conduzione familiare.

Lo zucchino è una pianta con esigenze termiche abbastanza elevate per cui il periodo ottimale di coltivazione in pien'aria ricade tra marzo e settembre.

Nel programmare la rotazione bisogna tener presente che esso può essere considerato una coltura da rinnovo ed assume in agricoltura biologica una particolare importanza in quanto occupa il terreno per poco tempo. Richiede una preparazione del letto di impianto che prevede un’aratura non molto profonda.

L’impianto si può fare da marzo a maggio e, pertanto, la corretta gestione delle risorse idriche assume per questa coltura un’importanza decisiva per la sua riuscita.

Per le tecniche colturali alle quali la coltura è sottoposta (sarchiatura, pacciamatura, eccetera) e per l’ampiezza della sua chioma che ha un effetto deprimente sullo sviluppo della flora spontanea, lo zucchino lascia il terreno con una bassa infestazione potenziale.


 

Esigenze pedoclimatiche

E' una pianta ad elevate esigenze termiche con periodo ottimale di coltivazione in pien'aria che va da maggio a settembre.

Per una rapida germinazione dei semi risultano ottimali temperature del terreno comprese tra 25 e 30°C. A 15°C la germinazione è molto rallentata, a 10°C non germinano.

La temperatura ottimale per la crescita è compresa tra i 15 e i 18 °C durante la notte e 24-30 °C durante il giorno; al di sotto dei 10-12 °C, la pianta non si accresce.

La coltivazione può essere effettuata nei terreni più diversi data la buona adattabilità di questa pianta ai vari tipi di suolo. Quelli più idonei sono comunque i suoli soffici, freschi, ben dotati di umidità, ma rifugge i ristagni idrici. Il pH del terreno più idoneo varia da 5,5 a 7,0 . Questo ortaggio, inoltre, risulta mediamente tollerante la salinità del terreno.


Rotazione
Deve essere considerata una pianta da rinnovo che, accrescendosi e sviluppandosi molto velocemente, occupa il terreno per poco tempo.

E' necessario, naturalmente, non coltivare lo zucchino per più anni consecutivi sullo stesso terreno ed effettuare una rotazione colturale almeno triennale.

Le colture che non devono precedere lo zucchino sono:

-         colture delle stessa famiglia (melone, cetriolo, carosello, cocomero);

-         solanacee (pomodoro, melanzana, patata, peperone).

Le precessioni favorevoli sono invece costituite da: cavolo, pisello, fava, porro, lattuga, fagiolo, cereali.

Le colture idonee a seguire lo zucchino sono: carota, sedano, lattuga, porro.

Nella rotazione precedente, inoltre, è importante che siano state previste almeno due colture leguminose e da sovescio, in modo tale che lo zucchino trovi già nel terreno una fertilità residua.

E' sconsigliato allevare lo zucchino in coltura consociata, in quanto tale pianta, accrescendosi velocemente, eserciterebbe una competizione troppo elevata nei confronti delle altre specie coltivate.

 

Scelta delle cultivar

Nel vasto panorama delle colture ortive è sempre arduo effettuare una scelta che possa racchiudere esaurientemente tutto le caratteristiche genetico-varietali idonee alla coltivazione in biologico.

Le esigenze dei mercati meridionali, prevalentemente orientate al prodotto fresco da pieno campo con frutti cilindrici di colore verde non molto scuro e lunghi periodi di raccolta, hanno portato ad individuare alcune varietà molto promettenti per l'orticoltore biologico.


In particolare, per ciò che concerne l'orticoltura biologica, le cultivar scelte devono avere  alcune caratteristiche in comune:

-         accrescimento moderato;

-         bassa produzione di ricacci;

-         efficienza nell'utilizzare gli elementi nutritivi;

-         capacità di allegare anche con temperature molto elevate.

 

Impianto
Pur non presentando particolari esigenze, la scelta delle tecniche di impianto più idonee è di fondamentale importanza al fine di ottenere una coltura già naturalmente poco suscettibile alle avversità biotiche (insetti, funghi, infestanti eccetera) e abiotiche (carenza idrica, caldo, stress nutrizionali, ecc.).

La lavorazione principale viene effettuata con un’aratura da effettuare ad una profondità massima di 20 cm.

In presenza di un terreno particolarmente compatto, al fine di favorire l'approfondimento radicale e aumentare la massa di terreno esplorata dalle radici e quindi la quantità di acqua e di elementi nutritivi potenzialmente sfruttabili dalla coltura, si possono effettuare delle scarificature più profonde (40-50 cm) che, salvaguardando la struttura del terreno, consentono l’approfondimento maggiore delle radici.

Quest’ultima operazione, diventa importante anche per evitare ristagni di acqua in eccesso che risultano sempre dannosi per le condizioni fitosanitarie della coltura.

Il periodo dell'anno in cui devono essere eseguiti questi lavori è legato al ciclo della coltura precedente. Tuttavia, per l'aratura è utile che il terreno sia in tempera in modo da ottenere un risparmio energetico sia per la sua esecuzione che per i lavori preparatori successivi a causa della minore zollosità che ne deriva.

La scarificatura bisogna effettuarla, invece, con terreno il più possibile asciutto lungo tutto lo strato da lavorare per favorire la frattura degli strati compatti.

Poco prima della semina o del trapianto si effettua un’erpicatura tenendo presente che non occorre affinare molto il terreno. Infatti, nella generalità dei casi la coltura deve essere trapiantata e, anche se venisse effettuata la semina, le dimensioni dei semi sono tali da non richiedere un eccessivo affinamento del terreno.

Lo zucchino può essere seminato direttamente in campo, oppure può essere trapiantato utilizzando piantine allevate in pani di terra allo stadio di 3-4 foglie.

 

Tra le due tecniche, il trapianto presenta alcuni vantaggi:

-         applicare con più efficacia la falsa semina;

-         sfuggire all'azione competitiva delle infestanti o di diversi patogeni tellurici;

-         evitare le operazioni di diradamento delle piantine;

-         ridurre il periodo durante il quale la coltura occupa il terreno e, quindi, disporre di più tempo per la coltura precedente;

-         ridurre i consumi idrici.

Per la produzione di piantine con il pane di terra si possono utilizzare vasetti (7-9 centimetri di diametro) o contenitori alveolati con terriccio abbastanza leggero. Si dispongono mediamente due semi, avendo cura di interrarli con l’apice rivolto verso il basso.

Nel periodo in cui si tengono in vivaio, è opportuno razionalizzare le irrigazioni allo strettissimo necessario per cercare di "indurire" le piantine che, in pieno campo, sopporteranno meglio situazioni di disponibilità idrica limitata.

Le distanze, sia con semina diretta che con trapianto, cambiano a seconda dello sviluppo che assumono le diverse varietà. In ogni caso, è opportuno collocare le piante ad una distanza non inferiore a 160 e 100 cm, rispettivamente tra le file e sulla fila. Questa densità permette di ridurre al minimo la competizione tra le piante oltre al fatto che diminuisce il fabbisogno irriguo e nutrizionale complessivo della coltura. Solo in terreni particolarmente fertili e con una buona dotazione idrica è consentito aumentare leggermente la densità (1,40 m tra le file e 0,80 m sulla fila); ciò permettere di gestire più agevolmente le infestanti tra le file della coltura che, in questo caso, ricoprirebbe in maniera molto fitta il terreno togliendo luce e spazio al loro sviluppo.

Qualora si effettua la semina diretta bisognerà distribuire 2-3 semi per postarella (2-3 kg/ha) lasciandovi, dopo il diradamento, la pianta più vigorosa.

Va solitamente da marzo a maggio, è necessario, tuttavia, cercare di anticipare il più possibile l’impianto per sfruttare al meglio i periodi più freschi, di più probabile piovosità e di minor richiesta evapotraspirativa. Ciò non è sempre possibile dato le elevate esigenze termiche della coltura sia nella fase di germinazione dei semi che in quelle successive.

In presenza di terreni freddi l'anticipo può realizzarsi con il ricorso al trapianto.

Il miglioramento del bilancio termico della coltura può ottenersi con la pacciamatura e con la disposizione di tunnel che vanno rimossi quando le temperature non rappresentano più un fattore limitante


Gestione della fertilità

Nel considerare le problematiche relative alla gestione della fertilità nella coltura dello zucchino, occorre prima di tutto segnalare degli accorgimenti di base.

In particolare bisogna:

-         pensare sempre ad inserire nella rotazione una coltura leguminosa che sia in grado di apportare azoto al terreno, fattore che è molto spesso limitante negli ambienti orticoli pugliesi;

-         adottare sempre una densità di impianto non molto elevata;

-         non eccedere con le irrigazioni, le quali sono causa di lussureggiamento e quindi di eccessiva domanda di elementi nutritivi, soprattutto azoto.

Riguardo agli interventi specifici, da effettuare solo ad integrazione delle ordinarie pratiche di gestione della fertilità, è da segnalare che lo zucchino si avvale molto bene delle fertilizzazioni a base di letame, purché questo sia ben maturo.

Dovendo utilizzare lo zucchino come pianta che apre la rotazione, si possono distribuire, circa un mese prima dell’impianto, da 50 a 70 t/ha di letame, a seconda delle condizioni del terreno o della rotazione da effettuare.

 

Gestione delle risorse idriche

Riguardo alla problematica relativa alle esigenze in acqua dello zucchino e come queste devono essere soddisfatte, si devono prima di tutto indicare le seguenti fasi di approccio:

-         la messa a punto di tutte le tecniche agronomiche necessarie all’ottimizzazione delle risorse idriche naturalmente disponibili;

-         l’analisi accurata del fabbisogno idrico della coltura in questione e l’eventuale apporto artificiale di acqua scegliendo le fasi e le modalità più opportune.

Relativamente al primo punto, oltre agli accorgimenti generali, si possono segnalare soprattutto l’anticipo dell’epoca di impianto (marzo) e la riduzione della densità.

Operando in questo modo si riuscirà a coltivare lo zucchino in mesi meno torridi di quelli propriamente estivi e, allo stesso tempo, il minor numero di piante in campo ridurrà la richiesta complessiva di acqua da parte della coltura. Grande importanza va data, inoltre, alla pacciamatura e alla sarchiatura le quali, oltre a permettere di controllare le infestanti presenti sulla fila e tra le file, riducono significativamente l’evaporazione di acqua dal terreno. Nella scelta varietale è importante orientarsi verso cultivar che presentano un minore sviluppo vegetativo e, quindi, minore superficie traspirante.

Per quanto riguarda il secondo punto, le fasi più opportune nelle quali intervenire con l’apporto artificiale di acqua, sono quelle di crescita della coltura fino a poco prima della fioritura.

Il metodo irriguo localizzato, a microportata di erogazione, è quello che possiede le caratteristiche migliori in quanto permette un notevole risparmio di acqua sia per la migliore efficienza distributiva che per le ridotte perdite per evaporazione dal terreno. Inoltre, non umettando tutta la superficie del terreno è presumibile che l’interfila si mantenga sgombra dalle infestanti.

Lo zucchino presenta esigenze idriche a causa della sua elevata intensità traspirativa.

In situazione di carenza idrica le piante vanno incontro ad un arresto di vegetazione e di produzione ancora prima di mostrare evidenti sintomi di appassimento.

I consumi idrici totali si aggirano intorno ai 3.000-5.000 m3/ha, in relazione alla durata del ciclo colturale e all'andamento climatico.

Il volume stagionale di irrigazione è direttamente correlato alla riserva idrica presente nel terreno al momento dell'impianto (a tale scopo si può considerare uno strato di terreno di oltre 100 cm in virtù dell'elevato approfondimento radicale) ed alle piogge che possono verificarsi durante il ciclo colturale.

In generale si possono prevedere volumi stagionali di irrigazione variabili da 1.500 a 3.000 m3/ha.

Gli interventi irrigui devono essere effettuati quando è stata consumata per evapotraspirazione il 50-60 per cento dell'acqua disponibile nel terreno per le piante (ogni 30-50 mm in relazione alla tessitura del terreno ed alla profondità considerata).

I volumi di adacquamento, variabili in relazione alla tessitura del terreno, sono rappresentati in tabella:

Tessitura del terreno

Volume di adacquamento (m3/ha)

sabbioso

250-300

limoso-argilloso

300-400

argilloso

400-500

 

 

Gestione della flora infestante

Le infestanti più diffuse nella coltura dello zucchino sono quelle a ciclo primaverile-estivo quali: Portulaca oleracea, Amaranthus retroflexus, Setaria viridis, Solanum nigrum, Convolvulus arvensis.

Un altro inconveniente non trascurabile, è la possibilità che hanno specie quali Amaranthus retroflexus, Portulaca oleracea e Convolvulus arvensis, di ospitare il virus del mosaico del cetriolo, patogeno che molto spesso può colpire lo zucchino.

Le fasi più critiche, quelle cioè nelle quali è importante un controllo quasi totale dell’infestazione, sono quelle iniziali; è in questo periodo che la coltura, essendo più piccola e in rapida crescita, risente in maniera maggiore della presenza delle infestanti, fino a rischiare di essere completamente sopraffatta. Successivamente, soprattutto se si impiegano varietà ad andamento cespuglioso, la coltura stessa farà da freno allo sviluppo dell’infestazione dal momento che la sua parte epigea riesce a ricoprire gran parte del terreno, sottraendo luce alle infestanti.

Riguardo alla gestione della flora infestante, è bene che questa venga condotta mettendo in atto tutte le tecniche preventive, in particolare modo falsa semina e utilizzo dell'impianto d'irrigazione a microportata di erogazione, allo scopo di evitare che la flora avventizia si sviluppi in modo eccessivo nella coltura. Così operando sarà più agevole controllare le infestanti con i mezzi diretti di cui si dispone.
Tra questi sono soprattutto la sarchiatura e la pacciamatura le pratiche che consento di abbattere in modo diretto la carica dell'infestazione.

La pacciamatura è una pratica che, nella coltura dello zucchino, è adottabile con risultati molto soddisfacenti. In particolare consente di:

-         evitare la crescita delle infestanti sulla fila risultato che, se unito ai vantaggi dell’irrigazione localizzata e della sarchiatura, risolve quasi completamente il problema della gestione della flora avventizia

-         limitare l’evaporazione dell’acqua dal terreno

-         avere una precocità di maturazione e quindi accorciare il ciclo vegetativo, fatto molto importante nei nostri ambienti in quanto ci consente di non spingere la presenza della coltura verso i mesi più caldi e quindi di maggior richiesta idrica.
Benché si usi anche pacciamare l’intera superficie del terreno, la soluzione più indicata è quella di ricoprire solo la fila della coltura, stendendo al di sotto le manichette dell’impianto irriguo.

Oltre che con materiale vegetale (foglie, paglia), il terreno può essere pacciamato con fogli di materiale plastico nero, purché questo sia utilizzato per più cicli colturali.

La falsa semina costituisce una tecnica molto efficace in quanto, essendo lo zucchino una coltura primaverile-estiva, il letto di impianto viene preparato quando le temperature sono ormai elevate e i semi delle infestanti germinano abbastanza velocemente.

Riguardo alla modalità di esecuzione, la falsa semina consiste in una preparazione anticipata del letto di impianto della coltura, seguita anche, in assenza di precipitazioni naturali, da un’irrigazione per aspersione su tutto il campo.

Così facendo, si romperà anticipatamente la dormienza di molti semi di infestanti che germineranno prima che la coltura venga impiantata e quindi potranno essere agevolmente eliminati tramite un’erpicatura o il pirodiserbo.



Raccolta

In genere lo zucchino deve essere raccolta quando il fiore portato all’apice sta per chiudersi e cioè circa due giorni dopo l’impollinazione.

All’inizio la raccolta si effettua ogni 2-3 giorni, mentre in piena produzione giornalmente.

Se il frutto viene raccolto troppo tardi al suo interno si cominciano a formare i semi e la buccia si indurisce.

Il distacco del frutto deve avvenire a mezzo di un taglio netto da eseguirsi con un coltello molto affilato, un paio di centimetri al di sotto della base. Questo consentirà una rapida cicatrizzazione sia del tessuto della pianta dal quale si è distaccato il frutto, sia dei tessuti del frutto stesso.



Avversità
Le avversità di origine parassitaria dello zucchino sono in pratica le stesse di quello della zucca e altre specie appartenenti alla famiglia delle cucurbitacee.

Tra le avversità di natura non parassitaria rientra la strozzatura del colletto.
Le avversità di natura parassitaria comprendono:

Crittogame

-         mal bianco o oidio (Erysiphe cichoracearum, Sphaeroteca fuliginea);

-         cladosporiosi (Cladosporium cucumerinum);

-         antracnosi (Colletotrichum lagenarium);

-         muffa grigia (Botrytis cinerea);

-         fusariosi (Fusarium solani);

-         peronospora (Pseudoperonospora cubensis);

-         sclerotinia (Sclerotinia sclerotiorum, Sclerotinia minor).

 

Batteriosi

-         marciume molle (Erwinia carotovora var. carotovora).

Virus

-         virus del mosaico del cetriolo (CMV);

-         virus del mosaico giallo dello zucchino (ZYMV);

-         picchiettatura gialla dello zucchino (ZYFV).


Parassiti animali

-         afidi (Aphis gossypii);

-         coleotteri (coccinella del melone, elateridi);

-         acari (ragnetto rosso comune);

-         nematodi.