CONCIMAZIONE ORGANICA DELL’ORTO

La concimazione organica può essere considerata indispensabile alla coltivazione razionale delle piante ortive, in quanto garantisce due effetti fondamentali:

-         apporto di nutrienti (macroelementi e microelementi) con la progressiva mineralizzazione nel tempo della sostanza organica;

-         miglioramento della qualità agronomica del terreno per l’effetto ammendante della componente umica, cioè i terreni troppo pesanti (con quantità di argilla in eccesso) vengono alleggeriti, mentre i terreni troppo leggeri (con percentuale alta di sabbia) vengono coesi, assicurando l’ottimale adesione tra le particelle e un giusto rapporto tra macropori e micropori e quindi in buona sostanza tra aria e acqua contenuta.

Il letame e la composta sono i due fertilizzanti organici più usati per la concimazione degli orti soprattutto per quelli non aventi uno scopo commerciale. Entrambi correggono gli eventuali squilibri di sostanze presenti nel terreno avvicinandolo alla situazione ottimale per le coltivazioni.

Tutti i concimi organici, per poter essere efficaci sulle colture da un punto di vista nutritivo, devono essere mineralizzati, quindi trasformati in sostanze elementari  e successivamente assorbiti.

La velocità di questa trasformazione dipende  da diversi fattori:

-         Temperatura ed umidità del terreno;

-         Carica microbica (fortemente legata alla sostanza organica presente

-         Origine biologica della S.O.

La velocità di mineralizzazione della S.O., alle nostre latitudini e nei terreni italiani considerati, può essere considerata media, con completamento della mineralizzazione in circa 3-4 anni in relazione alle diverse condizioni ambientali.

Tale “lentezza” di mineralizzazione e quindi di conseguenza di assorbimento da parte delle colture, è il punto di forza di tali concimi e anche il loro “tallone di Achille” perché, se da un lato la lentezza consente un graduale assorbimento con limitazione delle perdite per dilavamento e lisciviazione, dall’altro, quando si esige prontezza di azione, questi concimi risultano poco idonei.

 

Letame

Spesso quando si parla di letame si pensa subito ai residui organici, solidi e liquidi, derivanti dall’allevamento bovino, in realtà qualsiasi residuo organico può essere considerato letame adatto per essere utilizzato come fertilizzante negli orti.

Il letame equino e bovino sono i più difficili da reperire, sia perché sono quasi sempre prodotti ed utilizzati (dal coltivatore), sia perché hanno un “mercato”.

Il letame fresco non è un buon letame in quanto per essere tale deve subire una serie di fermentazioni in un periodo di tempo chiamato periodo di invecchiamento. Tali fermentazioni consentono la trasformazione della materia organica in Humus, e le sostanze organiche che vi sono comprese in sali ammoniacali e nitrici.

Le condizioni ottimali per lo svolgimento delle fermentazioni si hanno ammucchiando il letame nella cosiddetta concimaia, una specie di recinto il cui suolo ha una lieve pendenza la quale consente il raccoglimento dei liquami adatti per le concimazioni di copertura. Nel letame in fermentazione non devono essere aggiunti concimi chimici, solfati o altro.

Tra i diversi tipi di letame utilizzati per la concimazione quello di pecora è molto più ricco di quello di equino. Il letame di coniglio e quello di colombi se somministrato in quantità adeguate, possono fornire ottimi apporti di sostanze.

 

Composta

La composta si può definire un materiale vegetale fermentato, decomposto, naturalmente omogeneizzato. Chiunque proprietario di un giardino, anche se piccolo, può realizzarla.

Si prepara utilizzando recipienti diversi, ad esempio casse di legno o di rete, mastelli ecc; qualsiasi recipiente è adatto purché sia privo di fondo. Anche in un angolo ombroso dell’orto si può realizzare una struttura a semicerchio di muro a secco da destinare al raccoglimento di tutti i materiali organici di scarto (tra i quali maggiormente i residui vegetali), che andranno a formare la composta.

Le composte realizzate sul terreno a nudo ovvero senza l’utilizzo di appositi spazi, devono essere sempre ricoperte con un buon strato di terra o paglia lungo i fianchi. Il cumulo di materiale non necessita di rimozioni o rivoltamenti e può essere utilizzato dopo 3, 6, 10, 12 mesi a seconda del materiale di partenza.

Ovviamente rami, radici, torsoli, aghi di pino si decompongono più lentamente di foglie o erba falciata, per la diversa composizione che li caratterizza.

La composta è pronta per l’uso nel momento in cui rassomiglia ad un terriccio di colore bruno nero, ed è priva di odori sgradevoli.