Il compostaggio: imitiamo la natura in giardino e sul terrazzo.

Il compostaggio è una tecnica che offre così tanti vantaggi da far dimenticare alcuni piccoli inconvenienti. Con il compostaggio si può chiudere il cerchio, cioè si può rendere il proprio giardino autosufficiente, avendo un ecosistema in miniatura in cui nulla va disperso.

I vantaggi del compostaggio sono molti e si dividono in vantaggi sociali, economici e pratici. Il compostaggio permette di ridurre il volume dei nostri rifiuti, e quindi di ridurre il volume delle discariche e l’inquinamento ambientale che ne deriva (emissione di gas e inquinamento di falde acquifere). I vantaggi economici sono presto calcolati: ogni anno spendiamo soldi per comprare terriccio e concimi per le nostre piante, con il compostaggio possiamo evitare di acquistare tutto questo. Inoltre, siccome il mare è fatto di tante piccole gocce, se ognuno di noi riduce la quantità di rifiuti da smaltire, alla lunga si ridurranno pure le tasse per lo smaltimento dei rifiuti.

Ulteriori vantaggi: il compost è un fertilizzante usato in natura da millenni e i nutrienti non vengono dilavati facilmente dalla pioggia (insomma concime bilanciato a lenta cessione), migliora la struttura del terreno (senza bisogno di grandi sbancamenti di terra), apporta microrganismi buoni al terreno. Le piante, infatti, non traggono giovamento solo dai nutrienti presenti nel suolo ma pure dalle interazioni con muffe e batteri presenti nel suolo (è stato scoperto che le radici di alcune piante rilasciano zuccheri e sali minerali nel terreno per “allevare” microrganismi che le aiutano ad assimilare le sostanze nutritive).


Cos’è il compostaggio ?

In natura, la sostanza organica “inutile” (foglie secche, rami morti, feci, carcasse di animali) è decomposta e messa così a disposizione di altri organismi, soprattutto le piante che sono alla base di tutte le catene alimentari.

Non tutto il materiale è decomposto con la stessa rapidità. I residui a lenta decomposizione costituiscono l’humus, una sostanza molto complessa, le cui proprietà principali sono quelle di mantenere costante l’acidità del terreno, legare i sali minerali e i nutrienti (rilasciandoli lentamente), trattenere umidità e mantenere porosità nel terreno. (vedi scheda sul terreno).

Il compostaggio è una tecnica che imita la natura e che permette di ottenere humus (compost) in poco tempo e senza spesa. Il 30% dei nostri rifiuti è costituito da sostanza organica “inutile” che può rapidamente essere trasformata in un terriccio ricco di nutrienti, insomma ne vale la pena!


Chi fa la fatica ?

Il lavoro maggiore di trasformare i nostri rifiuti in cibo sopraffino per le piante lo fanno i microrganismi. In una zolletta di terra sono presenti miliardi di organismi divisi in: batteri, funghi, muffe, lieviti, vermi e insetti (tranquilli questi ultimi due sono per lo più microscopici). Questi microrganismi, per sopravvivere, mangiano i rifiuti e i loro scarti sono l’humus!!!!

C’è un però, i nostri micro-spazzini hanno bisogno di ossigeno e acqua, quindi ci tocca un po’ di fatica. In breve, bisogna rimescolare ogni tanto il cumulo di rifiuti (che non è una massa maleodorante) e inumidirlo.


Cosa usare ?

Cosa si intende per sostanza organica? Basta guardare sulle spiagge, nei prati, nei fossi o nei boschi tutto quello che si vede non è sostanza organica degradata, anzi è degradante per il paesaggio! Bisogna guardare a quello che non si vede…

Utilizzabile

Usare poco

Inutilizzabile

Sfalci d’erba

Lettiere sporche per animali2

Plastica

Residui di potatura

Carne e pesce cotti o crudi3

Contenitori di metallo

Avanzi di cucina (bucce, pelli, scarti e avanzi di verdura)

Foglie coriacee (magnolia, lauroceraso, etc) 4

Prodotti chimici (vernici, colle, farmaci, etc)

Legno (segatura e trucioli)

Foglie di castagno e faggio 4

Vetro

Carta e cartone (non patinati)

Aghi di conifere

Tessuti

Foglie

 

Legno trattato o verniciato

Fiori appassiti e resti vegetali

 

Batterie scariche

Fondi di the e caffè

 

Carta patinata (riviste)

Bucce d’arancio o limone

 

Manufatti con i suddetti componenti 1

Alimentari scaduti o andati a male

 

 

Semi e noccioli

 

 

 

1.     I componenti non degradabili possono essere rimossi e il resto può essere messo a decomporsi.

2.     Si possono usare solo se si è sicuri di ottenere l’igenizzazione tramite calore sviluppato dal cumulo di compostaggio (vedi oltre).

3.     Attirano animali ed insetti, si possono usare interrandoli nel cumulo e proteggendo il cumulo da assalti di animali o insetti.

4.     Sono digerite meglio se sono sminuzzate.


Dove compostare?

Esistono in commercio i composter, dei contenitori di volume variabile con le pareti fessurate in modo da garantire la circolazione dell’aria. I composter sono di plastica e garantiscono l’isolamento termico del cumulo (facilitando l’aumento della temperatura e l’igenizzazione del compost anche con pochi scarti e d’inverno). Altro vantaggio del composter è l’impermeabilità delle pareti che evita che il cumulo sia troppo umido. Infine il composter protegge il cumulo dagli insetti e dagli animali.

L’inconveniente principale del composter è la difficoltà a rivoltare periodicamente il cumulo soprattutto se il composter non è apribile sul lato e tende ad accumulare troppa umidità. Il trucco è quello di aggiungere materiali grossolani, come pezzi di legno, pezzi di cartone, gli avanzi di verdura e le bucce così come sono senza sminuzzarli. Questi pezzi, sebbene rallentino il processo di compostaggio, mantengono elevata la porosità e una buona aerazione.

Il composter può essere fatto in casa: basta prendere una rete metallica e farne un cilindro o un cestone per l’immondizia, rivestire il cilindro con tessuto non tessuto o un sacco di juta o tessuto che permetta la traspirazione e coprire con un coperchio impermeabile.

Il metodo meno costoso è quello del cumulo, se si ha dello spazio a disposizione. Con questo metodo è sufficiente ammucchiare in un angolo del giardino o dell’orto gli avanzi e il gioco è fatto al resto provvederà la natura (tranne che ai rivoltamenti e all’umidificazione). Il cumulo inizierà a lavorare a pieno ritmo quando raggiungerà la massa critica di 1m x 1m x 1m (anche se inizierà a lavorare a masse minori). In seguito si parlerà di cumulo, ma i consigli valgono anche per il composter.


Iniziamo un cumulo.

Il cumulo va sempre fatto sul terreno che può assorbire eventuali liquami e che fornisce la materia prima (i microrganismi). Di solito è meglio farlo vicino ad un albero, in modo che d’estate sia in ombra e non secchi troppo e d’inverno sia riscaldato dal sole e nutrito dalle foglie dell’albero stesso.

Sul fondo del cumulo vanno messi ramaglie e pezzi di legno un po’ grossi (fascine di resti di potatura) in modo da favorire la circolazione dell’aria alla base ed impedire che il materiale si compatti alla base favorendo la putrefazione. I microrganismi iniziano a digerire i rifiuti a partire dai bordi, quindi più il materiale è sminuzzato e più saranno i punti d’attacco e minore sarà il tempo per avere un buon compost maturo.

Il materiale deve essere sminuzzato - e non triturato - per mantenere la porosità ed evitare che il nostro mucchio di rifiuti si compatti e diventi un ammasso in marcescente in breve tempo. Il cumulo non deve mai essere compresso, quindi gli elementi vanno buttati sul cumulo e basta.

Quando lo strato di rifiuti raggiunge lo spessore di 30-50 cm, è bene fare uno strato di terriccio di 20-30 cm, se non si aggiunge terra bisogna poi mescolare il compost con del terreno soprattutto, se non lo si fa maturare a lungo. L’altezza del cumulo deve essere compresa tra 0.5 e 1 m, per favorire la giusta aerazione. Ogni tanto è bene inserire qualche pezzo di ramo lungo tra i 10-30 cm per aumentare la porosità.


La ricetta per un buon cumulo.

Come le piante anche i microrganismi hanno bisogno di un apporto equilibrato di elementi nutritivi. In un buon cumulo il rapporto tra il carbonio (C) e l’azoto (N) (rapporto C/N) deve essere un numero tra 20 e 30. Un buon rapporto C/N si ottiene mescolando composti ricchi di azoto con altri ricchi di carbonio.

Non preoccupatevi, il cumulo lavora per voi! Se c’è troppo carbonio (quindi il rapporto C/N è maggiore di 30), i processi di compostaggio saranno rallentati finché l’eccesso di carbonio non sarà smaltito. In questo caso si può intervenire aggiungendo elementi ricchi di azoto (molto facili da reperire) o urea. Se il rapporto C/N è basso, vi è cioè troppo azoto, la parte eccedente sarà trasformata in ammoniaca (che è un gas odorante di urina), quindi non solo si perderà potere fertilizzante, ma anche verrà prodotto cattivo odore.

Altro problema è l’umidità, il giusto grado di umidità è quello di una spugna imbevuta e strizzata, se strizzate un pugno di compost, non deve né uscire acqua né rimanere secco e incoerente. Anche in questo caso è possibile miscelare elementi ricchi d’acqua con elementi secchi per ottenere il giusto grado.

Ecco una tabella con il rapporto C/N e il grado di umidità di alcuni rifiuti:

Materiale

Umidità

Rapporto C/N

Scarti di cucina

Alta

12-20

Sfalci d’erba

Alta

12-15

Deiezioni animali

Media

15

Frattaglie

Alta

15-18

Letame

Buona

20

Fondi di the e caffè

Buona

25-30

Foglie secche

Bassa

25-60

Aghi di conifere

Scarsa

30

Paglia

Scarsa

50-100

Residui di potatura

Scarsa

100-150

Carta e cartone (non patinati)

Molto scarsa

200-500

Legno (segatura e trucioli)

Scarsa

100-500

Non è necessario fare i conti con la calcolatrice per fare un buon cumulo, basta alternare elementi secchi (e ricchi di carbonio) con elementi umidi (più ricchi di azoto), con il tempo verrà pure l’occhio e a seconda dei momenti si interverrà aggiungendo carbonio o azoto, umidità o seccume.


Il cumulo è pronto !

Continuando ad accumulare scarti e terriccio il nostro cumulo raggiungerà presto l’altezza minima di 60 cm (la base sarà di circa 1m x 1m). Nel frattempo i microrganismi stanno lavorando come matti per noi. Dopo qualche giorno la temperatura del cumulo inizia a salire e arriva, al centro, fino a 50-60°C.

Per mantenere la temperatura elevata il cumulo deve avere l’altezza massima di 1,5m, in caso di abbondanza di materiale è meglio allungare il cumulo anziché alzarlo. L’aumento della temperatura è segno che i nostri micro-amici stanno lavorando alacremente per noi.

Mano a mano che si procede coi rivoltamenti la temperatura diminuisce (se non si apporta nuova sostanza organica). Dopo una ventina di giorni dal momento in cui si è raggiunta l’altezza massima (o si è apportato grande quantità di materiale, ad es. si è falciato il prato) bisogna favorire l’aerazione rivoltando il cumulo!

Con una forca si inizia ad accumulare il materiale in superficie su un nuovo letto di fascine di rami e via a via si rivolta tutto il cumulo. Se lo spazio a disposizione è poco, basta rimescolare gli scarti, facendo un buco nel cumulo ed estraendo il materiale interno e ricoprendo con esso il cumulo.

In estate è bene rivoltare il cumulo ogni 20-30 gg mentre in inverno è meglio lasciarlo indisturbato dopo il primo rivoltamento. Più i materiali sono sminuzzati e maggiori sono i rivoltamenti, minore è il tempo di maturazione del compost. Se le piogge sono battenti, è meglio rivoltare il cumulo per evitare che il materiale si compatti troppo.

Se il clima è particolarmente secco allora è meglio inumidire di tanto in tanto il cumulo per favorire l’opera dei microrganismi. Dopo un periodo che va da 3 mesi ad un anno avrete un bel po’ di compost da utilizzare.


Il sommo dubbio

Ma il cumulo puzza? Il compost non puzza, infatti a differenza dei composti animali, i residui vegetali hanno un rapporto C/N alto e quindi producono poca ammoniaca. È indispensabile quindi (soprattutto se il cumulo è vicino ad abitazioni) mantenere bilanciato il rapporto C/N. Altra causa di cattivi odori sono le putrefazioni, cioè reazioni che avvengono in assenza di ossigeno, quindi bisogna rivoltare spesso il cumulo aerandolo e evitare gli eccessi di umidità.


Ancora qualche dubbio ?

Se si è scuri che il cumulo raggiunge elevate temperature allora possono essere messi a compostare parti di piante malate, lettiere di animali e infruttescenze cariche di semi. Le alte temperature uccidono la maggior parte di patogeni e di semi presenti nei rifiuti. Per ottenere una buona temperatura basta raggiungere la dimensione critica di 1m x 1m x 1m. Comunque è bene controllare la temperatura del cumulo, dopo 1-2 gg dall’accumulo basta toccare la superficie per accorgersi che la temperatura interna è elevata.

Se si producono pochi rifiuti (caso rarissimo) si può chiedere ad amici e parenti di unirsi nella raccolta differenziata di organico o acquistare un composter o escludere i residui “scomodi”.

È bene coprire il cumulo con tessuto non tessuto o juta, in modo da proteggerlo dall’eccessiva evaporazione, dalle piogge e dagli insetti.

Per il legno e le ramaglie non è indispensabile il biotrituratore, dipende dalla massa di ramaglie prodotta. I rami possono essere spezzettati, i pezzetti di legno non sono decomposti rapidamente ma possono essere riutilizzati, mano a mano che si preleva compost dal cumulo. Quindi la sminuzzatura è consigliabile a chi ha poca disponibilità di rami e legno. Il biotrituratore invece può essere utile a chi ha molti alberi che vengono potati ad ogni stagione. Personalmente, lascio i rami lunghi, poi quando rivolto il cumulo li spezzetto con la forca o il badile, i rami infatti vengono inteneriti dall’umidità del cumulo.

Pesticidi e vegetali tossici (oleandro, elleboro etc.) dovrebbero essere degradati dai microrganismi presenti nel compost, se dopo un paio di mesi, nel cumulo, non sono presenti lombrichi, vermi o altri animaletti allora vuol dire che il nostro fruttivendolo o il contadino ci hanno nascosto qualcosa….

Fin’ora si è parlato di microrganismi, ma alcuni invertebrati contribuiscono in maniera notevole a rimescolare e a sminuzzare il materiale del cumulo. Quindi è normalissimo trovare nel cumulo, lombrichi, porcellini di terra, collemboli, millepiedi, moscerini etc., anzi é segno che il compostaggio procede bene. Se i moscerini sono un problema, si può coprire il cumulo con tessuto non tessuto, juta, erba secca, foglie o terra.

L’elevata acidità degli sfalci d’erba va compensata aggiungendo calce (naturalmente se e solo se si nota una riduzione del processo di compostaggio, cioè se il cumulo non si scalda).

I preparati che si trovano in commercio per fare il compost non sono indispensabili, di solito in una manciata di terra si trova tutto il necessario per avviare il processo. Un trucco potrebbe essere quello di prendere il terreno sotto un albero o in un bosco oppure farsi dare una manciata di compost da un amico.


Come si usa il compost?

Innanzitutto è bene setacciare sempre il compost e rimettere a compostare i pezzi grossolani che serviranno come materiale per mantenere la porosità.

Il compost si usa:

dopo 2-4 mesi di maturazione per fertilizzare il suolo, in questa fase è ricco di sostanze nutritive, ma è ancora instabile e quindi non va usato a diretto contatto con le radici

dopo 5-8 mesi di maturazione per fertilizzare, sebbene sia meno ricco di sostanze nutritive può essere mescolato insieme alla terra del giardino o dell’orto per le semine o per riempire le buche d’impianto di alberi ed arbusti

dopo 12 mesi di maturazione per ammendare il suolo, a questo punto il compost ha perso quasi tutto il potere fertilizzante, ma mantiene caratteristiche fisiche uniche. Trattiene bene l’umidità e i nutrienti, aggrega le particelle sabbiose e permeabilizza i terreni argillosi. Può essere usato puro come terriccio per i fiori o per le semine, insomma può entrare in contatto con le radici.

Il compost si può mescolare alla terra tramite vangatura o semplicemente sparso sulla superficie.

I pezzetti di legno indecomposto possono essere usati come pacciame in sostituzione delle cortecce di conifere che si trovano in commercio.