Patata

Origine e diffusione

La patata (Solanum tuberosum L.), originaria dell’America centrale, per la sua ampia adattabilità ai diversi ambienti pedoclimatici, assume a livello nazionale un ruolo di primaria importanza come derrata alimentare. Da tempo occupa nel mondo la quarta posizione come coltivazione a destinazione alimentare dopo il riso, il frumento ed il mais.

In Italia si realizzano quattro tipologie di coltura:

-         da seme;

-         precoce (primaticcia);

-         comune;

-         bisestile (o di secondo raccolto).

Al sud è diffusa soprattutto la patata precoce che viene seminata tra dicembre e febbraio e si raccoglie tra aprile e giugno. In queste zone sfrutta la piovosità e il clima mite invernale riuscendo a dare una produzione primaticcia, apprezzata per la freschezza e la fragranza.

La peculiarità della patata primaticcia è quella di essere raccolta con notevole anticipo rispetto alla patata comune e può considerarsi una coltura extra-stagionale.

Per la coltivazione di questa solanacea con il metodo biologico è consigliabile puntare alla produzione primaticcia per i limitati fabbisogni irrigui che essa richiede rispetto a quella comune ed alla bisestile.

La patata è una pianta erbacea, dicotiledone, a ciclo annuale (3-5 mesi) che si moltiplica per via agamica dal tubero.

È dotata di un apparato radicale molto ramificato e diffuso ma con scarso potere di penetrazione nel suolo; nella parte ipogea dello stelo si originano un numero variabile di rizomi all'apice dei quali si formano i tuberi.

La pianta nella parte aerea è costituita da più fusti ramificati con portamento eretto e decombente, le foglie sono composte.

Tutte le parti verdi della pianta contengono solanina, alcaloide velenoso, per cui non sono utilizzabili per l'alimentazione animale, ma possono essere convenientemente lasciate in campo, o compostate in vari modi, costituendo materiale organico di notevole importanza per la conservazione della fertilità dei suoli.

Nel programmare la rotazione si deve tenere conto che si tratta di una coltura sfruttante.

Durante il ciclo colturale asporta considerevoli quantità di elementi nutritivi, ma lascia il terreno in buon condizioni di fertilità residua.

La patata predilige terreni sciolti, freschi e profondi, purché ben dotati di poco scheletro. Sono da evitare i ristagni idrici (anche momentanei), terreni compatti e aridi.

La coltura richiede durante il ciclo colturale l'operazione di rincalzatura che ha un forte potere rinettante nei confronti delle infestanti.

Per ragioni di carattere fitosanitario, è assolutamente sconsigliato far precedere o seguire la coltura da un'altra solanacea.

 

Esigenze pedoclimatiche

La patata precoce richiede terreni con poco scheletro, sciolti, freschi, fertili e profondi. I terreni sabbiosi si riscaldano con maggiore facilità e consentono una maggiore facilità e tempestività nell'eseguire le operazioni colturali e la raccolta arrecando minori danni ai tuberi.

La temperatura del terreno e l'umidità giocano un ruolo determinante nell'emergenza della coltura; infatti, se la temperatura non scende al di sotto di 0°C i tuberi-seme non vengono danneggiati ma si mantengono in stasi vegetativa.

Con temperature superiori a 8°C inizia la germogliazione e l'optimum si raggiunge tra 15-20°C; temperature elevate determinano stasi o blocco vegetativo.

Deleteri sono i ritorni di freddo imprevisti perché temperature di poco sotto lo zero possono provocare la morte della parte epigea della pianta.

I danni da freddo sono tanto più gravi quanto più sviluppati sono i germogli e maggiore è il vigore vegetativo.

Tuttavia, in caso di morte dei germogli emersi, se i tuberi non sono danneggiati, la successiva emissione di germogli da gemme secondarie può limitare i danni anche se ciò determina un ritardo della raccolta.

Il differenziamento dei tuberi inizia 15-20 giorni dopo l'emergenza.

Temperature superiori a 20°C all’epoca della formazione dei tuberi provocano una riduzione produttiva.

Riguardo la salinità, la coltura è ritenuta moderatamente tollerante anche se le condizioni di crescita ideali si ottengono con una salinità del terreno non superiore a 1,7 dS m-1 e dell'acqua irrigua di 1,1 dS m-1.

 

La rotazione

La rotazione permette di conservare ed aumentare la fertilità del terreno, di influenzarne favorevolmente la struttura e di impedire il diffondersi di infestanti e parassiti.

I suddetti obiettivi si possono raggiungere con l'inserimento nella rotazione di specie anche non orticole che migliorano la fertilità del terreno, che non ospitano gli stessi parassiti e che competono con le infestanti.

La patata è una tipica coltura da rinnovo o preparatrice: dopo la raccolta lascia il terreno in buone condizioni di fertilità per la notevole quantità di biomassa verde (1-2 t/ha di sostanza secca che, qualora interrata, rappresenta una buona reintegrazione di sostanza organica) e per la tecnica colturale che richiede.

La coltura potrebbe ritornare sullo stesso terreno non prima di quattro anni; questo consente di sfuggire a numerose fitopatie i cui agenti eziologici si conservano nel terreno (rizottoniosi, scabbia, nematode dorato, peronospora, batteriosi).

Nelle rotazioni la patata può essere preceduta da colture quali: cavolfiore, cavolo broccolo, zucchino, melone, fagiolino, fagiolo, pisello, fava, senape, cereali, finocchio, sedano, lattuga, bietola da orto.

Sono precessioni sfavorevoli le colture appartenenti alla stessa famiglia botanica (melanzana, pomodoro, peperone), l'erba medica e la lupinella.

 

Scelta delle cultivar

La scelta delle cultivar rappresenta un momento importante nella programmazione colturale in quanto essa ha un peso determinante per la buona riuscita della coltura.

Le difficili condizioni climatiche che accompagnano il ciclo biologico della coltura precoce o extrastagionale, fanno sì che non tutte le cultivar, costituite quasi esclusivamente all’estero, per contesti ambientali profondamente differenti dalla realtà italiana, siano in grado di manifestare un adeguato adattamento.

Le caratteristiche salienti di una cultivar adattabile alla coltura extrastagionale o precoce possono così sintetizzarsi:

-         ciclo breve oscillante intorno ai 120 giorni;

-         buon ritmo di accrescimento con temperature moderatamente basse;

-         precoce differenziazione di tuberi ed elevato ritmo di accrescimento nelle prime fasi della tuberificazione;

-         indifferenza al fotoperiodo e buona resistenza alle avversità parassitarie ed alle condizioni di aridità nelle ultime fasi del ciclo colturale;

-         forma allungata, pasta gialla e media pezzatura dei tuberi.

Sia il mercato estero (soprattutto quello tedesco) che quello italiano preferiscono patata a pasta gialla, gemme superficiali, forma ovale e regolare, sapore delicato.

Nelle zone dell’Italia meridionale si preferisce utilizzare cultivar precoci o semiprecoci perché, essendo più idonee alle condizioni climatiche, consentono di ridurre al minimo gli interventi colturali.

Infatti, seminate a dicembre - gennaio, riescono ad utilizzare ottimamente la riserva idrica naturale del terreno che si crea nei mesi autunno - invernali, notoriamente più piovosi.


La propagazione

La propagazione della patata avviene quasi esclusivamente per via agamica utilizzando "tuberi - seme" certificato di provenienza nazionale o nord europeo.

I "tuberi - seme" vengono normalmente frazionati in 3 - 4 pezzi, del peso di 15 - 20 g, a seconda del numero di gemme presenti e della grossezza del tubero, allo scopo di ridurre ad 1/3 - 1/4 il fabbisogno in "tuberi seme".

In tal modo si passa dalle 2 - 3,5 t/ha necessari con i tuberi interi a 0,7 - 1 t/ha con il loro frazionamento.

E' tuttavia necessario disporre di locali ben ventilati e condizionati ad una temperatura di 15°C per il temporaneo stoccaggio in strati sottili dei tuberi frazionati (2 - 15 giorni), in modo da favorire la suberificazione della superficie di taglio ed evitare lo sviluppo di marciumi.

Il piantamento può effettuarsi anche 1 - 2 giorni dopo il frazionamento, ciò è consigliabile solo nei casi in cui il terreno non è molto umido e non si prevedono piogge a breve distanza che possono favorire fenomeni di marcescenza ed attacchi parassitari.

Una tecnica consigliabile è quella della pregermogliazione dei tuberi, che consiste nel disporre i tuberi interi o le frazioni già suberificate in locali ventilati e molto luminosi con temperatura di 8 - 10 °C ed umidità dell’aria di 85 - 90 per cento.

Ciò consente l’emissione dei germogli che all’atto della piantumazione devono essere robusti e lunghi 1 - 1,5 cm per non subire danni meccanici. E’ così possibile eliminare i tuberi marcescenti e quelli che presentano germogli "filati" tipici di piante virosate.

Con questa tecnica, inoltre, può ridursi di 10 -15 giorni la durata del ciclo colturale con notevoli vantaggi nel risparmio di risorse idriche, per la lotta alle infestanti e per sfuggire a periodi climatici sfavorevoli.


Impianto

Le coltivazioni orticole biologiche mirano, in primo luogo, a ridurre la densità di piante. In questo modo è più facile, all'interno della rotazione, creare quell'equilibrio dinamico nel quale la coltura è parte integrante.

La densità d'impianto è inversamente correlata alla fertilità dei terreni; questa ultima, però, non può andare a beneficio esclusivamente della patata perché bisogna assicurare una fertilità residua.

I lavori preparatori del terreno per la semina prevedono un'aratura principale alla profondità di 30-40 cm ed un'accurata fresatura.

Nel caso il terreno sia ben strutturato, è sufficiente una leggera erpicatura, o fare una lavorazione con attrezzi discissori.

Si procede quindi all’assolcatura quando il piantamento avviene manualmente; qualora il piantamento viene eseguito meccanicamente, quest’ultima operazione non è necessaria.

I tuberi-seme vanno interrati alla profondità di 5-10 cm avendo cura di disporli a mezzacosta del solco con esposizione verso sud.

 

Gestione della fertilità

Nella gestione della fertilità bisogna tenere presente: il posto che la patata occupa nella rotazione, la cultivar scelta e la sua produttività potenziale nella realtà pedoclimatica, le tecniche di allevamento e la fertilità residua.

Dopo la raccolta dei tuberi è indispensabile recuperare e compostare sul terreno, i residui colturali prodotti.

Il fosforo, e in misura maggiore il potassio, si trovano nella parte epigea della coltura dove favoriscono l'irrobustimento dei tessuti meccanici. Pertanto, poiché tutta la vegetazione dopo la raccolta dei tuberi resta sul campo (circa 1-2 t/ha di sostanza secca) è indispensabile, per il recupero soprattutto di fosforo e potassio, favorire l'umificazione di tali residui colturali.

La patata ha elevate esigenze in potassio ("coltura potassofila") e in azoto, minori di fosforo. Ogni 10 t di tuberi prodotte, considerando anche gli steli e le foglie, la pianta asporta:

Produzione (t/ha)

Elementi (kg/ha)

N

P2O5

K2O

10

50

25

75

 

L'azoto è un elemento legato direttamente all'attività vegetativa e l'accrescimento del tubero (organo vegetativo di riserva) è direttamente legato ad esso.

Molto utile nell’ambito della rotazione è la letamazione che, se effettuata direttamente alla coltura della patata, deve essere eseguita in estate interrando il letame con la lavorazione profonda.


Gestione delle risorse idriche

L'obiettivo principale è quello di utilizzare al meglio le riserve idriche naturalmente disponibili.

A tal fine bisogna adottare una serie di pratiche agronomiche da mettere in atto in pre-impianto della coltura e/o della rotazione.

Per ottimizzare la quantità di acqua a disposizione delle colture bisogna intervenire con le lavorazioni; queste aumentano lo spessore di terreno esplorabile dalle radici, rompono strati impervi e riducono lo scorrimento superficiale.

L'aumento della capacità di ritenzione idrica del terreno si ottiene aumentando il contenuto di sostanza organica con sovesci o con apporti di letame.

Di converso bisogna ridurre al minimo la perdita di acqua immagazzinata nel terreno con un controllo tempestivo delle infestanti, con la pacciamatura e con la sarchiatura.

Quest'ultima consente di controllare le infestanti nell'interfila, ha un effetto riscaldante e impedisce le perdite di acqua per evaporazione.

Per la patata precoce molto importante risulta l'epoca d'impianto che, se si riesce a farla ricadere a dicembre, consente di sfuggire ai periodi tardo primaverili meno piovosi e a maggiore domanda evapotraspirativa dell’ambiente.

In tal modo è possibile il completamento del ciclo colturale in completa aridocoltura o, in stagioni particolarmente siccitose con l’ausilio di un limitatissimo numero di interventi irrigui di soccorso.

Nella patata i periodi critici per l'acqua sono quelli che precedono l'antesi.

Le eventuali irrigazioni di soccorso è opportuno effettuarle usando il metodo irriguo localizzato a bassa pressione (goccia, manichette forate, sorso) in modo da evitare l’inumidimento delle foglie e, quindi, lo sviluppo di crittogame.

L’impiego di questo metodo irriguo consente, inoltre, di massimizzare l’efficienza distributiva dell’acqua, limitare le perdite per evaporazione e percolazione profonda con conseguente lisciviazione degli elementi nutritivi.

Una razionale distribuzione dell'acqua rappresenta l'aspetto da tenere sempre presente nella programmazione irrigua della coltura in modo da evitare sprechi e, soprattutto perdite di elementi nutritivi per lisciviazione e/o erosione.

Nella patata la dotazione idrica del terreno influisce sulla produzione.

Sono da evitare, durante l'accrescimento dei tuberi le situazioni di carenze idriche temporanee seguite da condizioni idriche sub-ottimali perché possono provocare malformazioni degli stessi creando escrescenze e una maggiore quantità di tuberi piccoli.

Al contrario, sono da preferire le situazioni di costante bassa disponibilità idrica.

Il consumo idrico totale della patata primaticcia è variabile tra 3500 e 5000 m3/ha in relazione alla durata del ciclo colturale, all’epoca di semina, all’andamento climatico ed alla densità della coltura.

Consumi idrici più limitati sono possibili operando in aridocoltura con soli interventi irrigui di soccorso per evitare stress idrici nelle fasi più sensibili.

Il fabbisogno irriguo della coltura è molto variabile in funzione sia dei consumi idrici che del regime pluviometrico.

Inoltre, un ruolo importante è assunto dalle caratteristiche idrologiche del terreno e dallo strato esplorabile dalle radici che, insieme, determinano la riserva idrica massima utilizzabile dalla coltura.

Si ricorda che i terreni i sabbiosi su cui spesso si coltiva la patata sono quelli peggiori da questo punto di vista.


Gestione della flora infestante


Le infestanti più comuni negli ambienti meridionali sono:

tra le dicotiledoni annuali: Chenopodium spp., Stellaria spp., Senecio spp., Polygonum spp., Galium spp., Papaver spp., Veronica, Diplotaxis;

tra le monocotiledoni annuali: Avena, Poa, Lolium, Echinochloa;

tra le perenni: Cyperus, Cynodon, Convolvulus spp.

Nei terreni coltivati, ma soprattutto nelle aziende biologiche, è indispensabile che le infestanti perenni non siano presenti; per le altre si deve ottenere una stabilizzazione dell'agroecosistema aziendale con l'obiettivo di prevenire l'infestazione delle colture.

A tal fine, si deve instaurare nel terreno un'associazione floristica composta da numerose specie, presenti singolarmente con una bassa frequenza.

Tutto questo si realizza attuando oculati programmi preventivi che permettono di creare nel terreno un ambiente sfavorevole, già a priori, alla diffusione e alla crescota incontrollata delle infestanti.

Ciò consentirà alla coltura di far parte integrante dell'agroecosistema.

La patata è una coltura a ciclo breve per cui non ha il tempo di recuperare eventuali situazioni di gravi stress da competizione.

Per ridurre questo problema è necessario che gli interventi colturali siano frutto di un protocollo adeguato che condizioni radicalmente la vita e la diffusione delle infestanti.

In presenza della coltura e delle infestanti si può intervenire con mezzi diretti (sarchiatura e/o rincalzatura, pacciamatura).

Per cogliere il momento ottimale quando effettuare alcuni di questi interventi è indispensabile conoscere quale è il periodo critico per la patata.

Generalizzando, è possibile affermare che, per le colture estive più comuni, esso risulta compreso tra il 20° e il 45° giorno dopo l'emergenza.

L'uso di adeguate distanze interfilari consentono l'impiego di piccoli coltivatori che eseguono la rincalzatura; sulla fila si interviene normalmente o con le zappe.

Si consiglia di effettuare la tecnica della pacciamatura per i numerosi vantaggi ad essa collegati.

La patata è ritenuta una coltura rinettante nei confronti delle infestanti a tutto beneficio delle colture successive.

 

Altre operazioni colturali

Subito dopo l’emergenza delle piante, quando la fila è ben visibile, è utile eseguire una sarchiatura e, all’inizio della formazione dei tuberi, una rincalzatura con lo scopo di arieggiare il terreno, ridurre l’evaporazione, controllare le infestanti e ricoprire i tuberi per evitarne l’inverdimento e l’attacco di peronospora e della tignola. Questa operazione è completata sulla fila dall'eventuale scerbatura o zappettatura manuale.

La copertura delle piante con teli di "tessuto non tessuto" risulta efficace per il controllo di afidi, coleotteri (dorifora) e lepidotteri (tignola, nottuidi) costituendo una barriera fisica e consentendo il passaggio della luce; inoltre riduce gli scambi di vapore e, quindi, i consumi idrici.

La patata necessita di una costante ed oculata sorveglianza durante l'intero ciclo, specie nelle prime fasi vegetative dopo l'emergenza.

Per contenere ed ostacolare la dorifora (insetto infeudato sulle solanacee) è opportuno che la distanza, tra due appezzamenti coltivati con le specie ospiti (patata, peperone, melanzana, pomodoro), sia superiore alla distanza percorribile dal coleottero (almeno 700 m).

 

Raccolta
La raccolta si esegue quando l'apparato vegetativo epigeo mostra un graduale ingiallimento e la buccia del tubero non si asporta facilmente con la pressione delle dita; molto spesso la raccolta della patata precoce anticipa questo momento.

Il contenuto di sostanza secca deve essere maggiore del 20 per cento e il peso specifico superiore a 1,080 cui corrisponde un contenuto in amido del 14,2 per cento.

Dopo la pulitura, la cernita e la calibratura, i tuberi di patata vengono normalmente confezionati in sacchi di tela o di juta o in cassette.

La patata precoce ha una ridotta conservabilità e va quindi consumata subito. Per conservarla necessita di ambienti bui, puliti accuratamente e arieggiati, temperature di 6-7 °C, umidità relativa pari all'85-90 per cento.

Alle finestre dei locali è opportuno apporre adeguate reti che ostacolino l’ingresso di insetti.

 

Aspetti qualitativi

Le caratteristiche qualitative dei tuberi (pezzatura, peso specifico, contenuto in sostanza secca, colore ecc.) in prevalenza sono una peculiarità varietale.

Tuttavia, non mancano le interazioni con le tecniche colturali e le condizioni pedoclimatiche.

I tuberi contengono almeno il 20 per cento di sostanza secca e, quindi, un contenuto di acqua pari od inferiore all'80 per cento; questa è rappresentata in prevalenza da estrattivi inazotati dei quali l’amido rappresenta il 95-99 per cento.

La percentuale in amido varia a seconda della cultivar ed è influenzata da fattori esterni quali le condizioni pedoclimatiche e la disponibilità di elementi nutritivi.

L’amido tende a diminuire nelle stagioni caratterizzate da abbondanti precipitazioni o con elevati apporti irrigui.

Alla sostanza secca (s.s.) è strettamente correlato il peso specifico ed il contenuto in amido; a valori di 20-25 per cento di s.s. corrisponde un peso specifico compreso tra 1,085 e 1,105 ed un contenuto di amido variabile dal 14 al 19 per cento circa.

 


Per il consumo diretto i requisiti qualitativi richiesti sono:

-         valore nutrizionale;

-         sanitari: bisogna porre particolare attenzione all'inverdimento, favorito dallo stoccaggio in presenza di luce, che determina l'aumento dei glicoalcaloidi (solanine) nella patata;

-         assenza di infezioni fungine e batteriche che provocano marcescenze, fonte di produzione di sostanze tossiche per l'organismo;

-         estetici: forma allungata e regolare, omogeneità di calibro, buccia sottile e chiara, assenza di screpolature, occhi superficiali, assenza di fisiopatie (deformazioni, accrescimenti secondari, tuberomania, germogliamento anticipato, inverdimento); esenti da danni meccanici durante la raccolta e la conservazione

L'E.A.P.R. (Associazione Europea di ricerca sulla Patata) ha messo a punto un "metodo dei tipi di cottura o tipi di utilizzazione" dei tuberi basato su alcune caratteristiche (consistenza, farinosità, struttura, sapore, umidità) distinguendo 4 tipi di prodotto:

-         patata da insalata;

-         patata per tutti gli usi;

-         patata (farinosa) adatta per la preparazione di purè;

-         patata molto farinosa (non adatt a per il consumo umano).

 

Le Avversità

Le avversità che interessano la coltura della patata possono essere di natura parassitaria e non.

Quelle di natura parassitaria comprendono:


Crittogame:

-         trachemicosi (Verticillium dahliae);

-         peronospora (Phythophtora infestans);

-         alternariosi (Alternaria solani);

-         rizottoniosi o mal vinato (Rhizoctonia solani);

-         marciume molle (Phoma exigua);

-         marciume secco (Fusarium solani e F. roseum);

-         scabbia polverulenta (Spongospora subterranea);

-         rogna nera (Synchytrium endobioticum).


Batteriosi:

-         gamba nera (Erwinia carotovora var. atroseptica)

-         marciume ombelicale (Erwinia carotovora var. carotovora).

Virus:

-         virus X della patata (PVX);

-         virus A della patata (PVA);

-         virus Y della patata (PVY);

-         virus M della patata (PVM);

-         virus dell'accartocciamento fogliare della patata (PLRV).

Parassiti animali:

-         afidi (afide verde del pesco, afidone della patata, afide delle cucurbitacee, afide nero della fava);

-         lepidotteri (tignola della patata, nottue terricole);

-         coleotteri (dorifora della patata, elateridi);

-         nematodi;

-         insetti terricoli (grillotalpa).

 

Quelle di natura non parassitaria sono:

-         prominenza degli occhi;

-         tuberomania;

-         inverdimento;

-         germogliazione anticipata;

-         vitrescenza;

-         maculatura ferruginosa.